
Per tre strutture (Aversa, Barcellona Pozzo di Gotto e Montelupo) il quadro appare,se possibile, ancora più drammatico. Condizioni invivibili, sporcizia, degrado e assenza di assistenza sanitaria. Ad accompagnare i parlamentari, i carabinieri dei Nas che hanno redatto una dettagliata relazione sulle visite. E a leggere i loro rapporti sembra risentire le parole di Francesco Caruso. Su Barcellona, ad esempio, scrivono i Nas «durante il sopralluogo emergeva il sovraffollamento degli ambienti, l'assenza di cure specifiche, l'inesistenza di qualsiasi attività educativa o ricreativa e la sensazione di completo e disumano abbandono del quale gli stessi degenti si lamentavano. I degenti, nella assoluta indifferenza, oltre ad indossare abiti vecchi e sudici, loro malgrado, si presentavano sporchi e maleodoranti».
Ad Aversa «le celle/stanze, munite di 6 posti letto ed un servizio igienico, versavano tutte in pessime condizioni strutturali ed igienico-sanitarie, con pavimenti danneggiati in vari punti, soffitti e pareti con intonaco scrostato ed estese macchie di umidità» e ovunque «cumuli di sporcizia e residui alimentari, letti metallici con vernice scrostata e ruggine, sgradevoli esalazioni di urina, armadietti vetusti, effetti letterecci sporchi, strappati ed evidentemente insufficienti, finestre, anche in corrispondenza di letti, divelte o con vetri rotti: il tutto in condizioni tali da rendere disumana la permanenza di qualsiasi individuo».
E se nell'Opg di Napoli le condizioni strutturali sembrano migliori, non altrettanto vale per le condizioni degli internati. Viene riscontrato il caso di Leonardo Marco, che a fronte di una misura di 2 anni è internato da ben 25 anni (la misura di sicurezza detentiva può essere prorogata senza limiti, ecco perché è detta ergastolo bianco), di un altro internato che da circa 3 anni ha ottenuto il parere favorevole, ma è ancora in attesa di trasferimento in una comunità. E poi ci sono i casi di E.V. con un occhio nero (e messo nel letto di contenzione il 16 luglio) e di uno con ustioni alle mani, senza che nulla risulti nella loro cartella clinica. Un altro internato presenta una evidente cancrena agli arti inferiori. E questo è solo un piccolo estratto di quella che davvero appare come una galleria della disumanità.
A fronte di questa orribile situazione sembra opinione condivisa da tutte le componenti della Commissione che questi luoghi vadano chiusi. Secondo Ignazio Marino «il 40% degli internati è dimissibile, anche se continua a rimanere rinchiuso. Come commissione abbiamo chiesto la lista dei soggetti dimissibili in modo che entro agosto vengano fatti uscire e presi in carico dalle Asl. Alcune strutture sono indecenti e indecorose e vanno chiuse. La Commissione - annuncia Marino - lavorerà per incidere immediatamente e concretamente sulla situazione all'interno degli Opg, con indicazioni utili per l'eventuale modifica delle leggi vigenti». Una sfida ambiziosa che vuole accelerare i tempi previsti dalla riforma della sanità penitenziaria e garantire la dimissione degli internati per i quali, pur in assenza di pericolosità sociale, vi sono state proroghe delle misura di sicurezza per l'assenza di alternative.
Non è un obiettivo semplice da raggiungere, come sottolineano sia gli scettici per mestiere che i prudenti per giudizio, ma, alla luce di ciò che sono questi luoghi, terre di mezzo tra il manicomio e il carcere, solo la loro chiusura può porre rimedio alla disperata inumanità che li attraversa.
fonte: il manifesto
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